30 agosto 2015

Epilogo

Apro appena un occhio, pigramente e tendo l'orecchio : ancora nn si sentono i rumori del traffico, i  clacson insistenti di moto, macchine e tuk-tuk che chiedono prepotentemente strada gli uni agli altri , nella quotidiana guerriglia urbana che si consuma x le strade ai danni dell'ultimo anello della catena - che nn è  il pedone ma bensì  il povero risciò  a pedali.
Ancora poco  e niente: nn deve essere nemmeno  l'alba. ..
Invece no, il sole è già alto sulla mia città, gia ... per questo nn sento i rumori: siamo  tornati  a casa!

La stanchezza del viaggio di ritorno, il fuso orario e il tentativo di recuperare i ns bioritmi nn dormendo fino alla notte successiva ci hanno fatto fare una bella  tirata e consegnati esausti  ad un sonno agitato e confuso da cui ci svegliamo  frastornati e pieni  di pensieri.

E' stato un cicloviaggio che si è  rivelato più  impegnativo  di quanto ci aspettassimo,farcito  di piccoli grandi imprevisti che, alla lunga,fanno la differenza e piacevoli variazioni di programma.

Protagonista assoluta la gente, più riservata e schietta sulle montagne - svelte e pratica lungo le direttive più  tradizionali, timida e semplice nelle valli più  remote, ma tutti pronti a dare una mano,in qualsiasi situazione e a spararti a raffica tutto il loro repertorio di un inglese mal masticato "hello-how are you-where are you going-where are you from" in tutte le possibili storpiate varianti, senza attendere la risposta di cui poco gli interessava in realtà ,perché  il loro unico scopo era parlare a uno straniero, rivolgergli un sorriso, un cenno.

E così siamo finiti nel "Album delle Vacanze" di tantissimi indiani , dai giovani alle famiglie, dai poliziotti ai militari - Generale a 3 Stelle compreso  appositamente fermatosi e sceso dalla Jeep di comando di un convoglio x parlare con noi -  che volevano assolutamente fare una foto stringendoci una mano  o abbracciandoci come fossimo vecchi amici.

Co-protagonista il territorio, unico per varietà e genere, mistico e spirituale, grandioso e minimale tanto da farti sentire di troppo ,quasi un intruso.
Noi povere e misere comparse riempitive di scene di per sé  perfette e perfettamente in grado di rendere ,da sole , la eccezionalità di quanto avevamo davanti.

Qualche piccolo grande errore logistico  - eccesso di bagagli in primis - e di programmazione, principalmente dovuto alla voglia di coprire più  territorio  possibile in un tempo ahimè sempre troppo limitato rispetto alle ambiziose previsioni, ci hanno imposto scelte drastiche e variazioni radicali di cui ancor ora però nn ci pentiamo.
L'esperienza accumulata nei ns precedenti viaggi ci ha illuso di essere in grado di affrontare quasi ogni difficoltà e disagio..errore!..e a lezione di umiltà prima del prossimo viaggio!

Ma nonostante gli scenari incredibili, i paesaggi  unici ,la maestosità disarmante dei luoghi attraversati, quando la mente  viaggia tra i ricordi, il pensiero va decisamente alla gente, tanto diversa da una regione  all'altra  per cultura religione cibo e abitudini, quanto  unica  nel comune spirito  di accettazione della loro varia e variegata esistenza.
E il pensiero, nella maggior parte dei casi va a Delhi,agli  ultimi 5 gg del ns viaggio, nn previsti in questi  termini  ma che sono  stati caratterizzanti ed emotivamente impegnativi quanto - se nn più - degli altri quasi 40 gg passati in India.

#TransHimalayanBelt2015 una "cintura" che nn siamo riusciti  a stringere come volevamo e che invece ha cinto noi una spanna abbondante al di sopra dei tradizionali  passanti e  rimane li ben tesa - piacevolmente stretta ma dolorosamente percepita - a mò di promemoria per i momenti  di "noia da benessere"che inesorabilmente arriveranno, a ricordarci  cosa significhi dover fare i conti quotidianamente con il mondo, ma sempre con fierezza e dignità.

- Lezioni di vita: da quella parte, prego -







































26 agosto 2015

Living Delhi

Old Delhi : un fiume di cose e persone in costante movimento ,giorno e notte ,un brulicare di attività delle più disparate che si incrociano e si completano a vicenda.
Taxisti che trasportano persone che fanno acquisti ai bazar che cucinano h24 che necessitano  di rifornimenti  assicurati da risciò a pedali che a loro  volta consumano i pasti tra un cliente e l'altro che si sposta sui Tuk-Tuk   ...un flusso infinito che si autoalimenta in un traffico chiassoso e disordinato che nn conosce tregua fino a tarda notte per  riprendere alle prime luci  dell'alba.
Varia umanità al limite  della sopravvivenza che accetta con dignità il proprio destino e nn nega quasi mai almeno un sorriso,un cenno o uno sguardo a noi turisti intrusi che attraversiamo per un momento le loro vite.
Dall'altra parte c'è una New Delhi che cerca la normalità,nelle vie  del centro,dello shopping, dei  simil Fast Food che scimmiottano l'occidente -ma in  cui si serve spesso lo stesso cibo che si trova x strada,solo meglio presentato , con nomi occidentali  e prezzi piu che triplicati.
Il primo impatto  è forte,il classico  pugno alla bocca dello stomaco che ti fa benedire  la sorte x  essere nato dalla parte  giusta  del  globo.
Abbiamo trovato un buon albergo nn lontano  dalla old Delhi e da qui facciamo la spola da un bazar all'altro ,tra una moschea e un tempio Sikh.Quando siamo saturi di tanta struggente umanità ci rifugiano nella ns camera, fresca e confortevole,fingendo  di dimenticare cosa c'è  li fuori, come vive e sopravvive questa gente.
Ci siamo concessi una gita di un giorno  da veri turisti  ad Agra con doverosa  visita  al Red Fort e al  grandioso Taj-Mahal, partendo la mattina alle 6 dalla stazione dei treni, un altro pezzo di mondo,un'altra Delhi cruda e vera.
Ma  è  nelle intricate e infinite vie dei bazar che passiamo la maggior parte del ns tempo assaggiando il cibo di strada,osservando la ,a volte  ,terribile quotidianità del popolo di strada.
Delhi è questo  e tanto altro, impossibile  x noi comprenderla nonostante  il ns tentativo di viverla da dentro  x quanto  possibile
Tappa  obbligata di un viaggio  in India, passaggio forzato x  prendere  coscienza della ns agiata e "banale" vita da occidentali